IL NOSTRO RISVEGLIO

Quando tutto mi sembrava perduto e la solitudine interiore mi soffocava, 

ho chiesto aiuto al cielo.

" Fammi capire che non mi hai abbandonato!" Improvvisa la voglia di
scattare una foto a quel tramonto che brillava davanti ai miei occhi durante il rientro a casa. 

Paolo che guidava, si ferma appena trova uno slargo. 

Scatto ... ma nell'ansia creo un video. 

Stoppo, scatto ancora e soddisfatta arrivo a casa. 

Guardo il film e tutte le nuvole danzano 

trasportate dal forte vento ma non si crea nessuna figura. 

Apro la foto, bella. 

Decido stranamente di stampare quel disegno del cielo, oserei dire quel segno del cielo: 

uno splendido aereo viene incontro al mio cuore 

con la tutta la sua luce. 

Grazie papy, mi stai così vicino che non riesco a vederti, 

cerco lontano quando
invece sei accanto a me, dentro di me. 

Come succede nella vita in genere: cerchi chissà
dove la risposta quando invece è già dentro di te! 

Incubo e realtà

Buongiorno amico, non sei sveglio?
"Non hai ancora fatto colazione, se non ti alzi ti butto giù
dal letto" 
Mentre brontolo, le mani vanno verso le serrande trttum
E fiat luce ma tu ti rannicchi ancora di più.
"Che pigrone che sei!
Dormi di giorno!"
Di rimando l'amico:
"Ho corso così tanto stanotte che ora voglia proprio dormire"
"Come mai? Racconta, racconta prima che il sogno svanisca nel
nulla e tu perda la chiave per entrarVi"
"Ero piccolo, giocavo lungo la via, I miei erano andati a fare
delle compere, stavo passando davanti ad una osteria, quando un
vecchietto mi ha invitato a bere una cedrata ed io ho accettato,
faceva caldo e avevo sete.
C'era un gran chiacchiericcio, quattro facevano una partita a
carte, altri sbuffavano per il caldo, ognuno preso dal proprio
misero vivere, pur tra la gente ero solo con lui che sfiorava il
mio braccio e sempre più mi accostava a lui sollevandomi a
cavalcione sulle sue sudice gambe.
La pelle appiccicosa era uno con me ed un brivido mi correva
lungo la schiena, mentre l'oste preparava tranquillo la cedrata.
La panca avvicinata al grosso tavolo per rendere più intimo il
momento.
Non potevo muovermi, con una mano mi teneva e con gli occhi mi
ordinava di tacere mentre l'altra mano si infilava sempre più
sotto le mie mutandine.
Ero bloccato, non capivo cos'era quel calore che mi trasmetteva.
Volevo scendere ma non potevo, giravo il mio sguardo in cerca di
aiuto ma nessuno mi vedeva.
Sopraggiunse l'oste con la cedrata, approfittai del momento:
"Fammi scendere, devo bere!"
Ingurgitai la cedrata e come un razzo scappai.
Dietro l'angolo mi accovacciai sfinito, il cuore a mille, mi
abbracciai stretto le gambe, tornando alla mia posizione nel
grembo materno con gli occhi sbarrati.
Un vuoto mi soffocava: che stava succedendo?
Avevo le mutandine impregnate di un viscido e me ne vergognai
Sentii dei passi e scappai.
Un clacson risollevò la mia anima.
Erano tornati i miei ma non dissi nulla: me lo aveva proibito
con i suoi occhi che sento ancora conficcarsi nella mia pelle!"
Amico caro, ci credo che sei sfinito, questo tuo sogno per tanti
bimbi purtroppo è realtà che lascia il segno per tutta la vita.
Conosco chi ha avuto una esperienza simile che gli ha lasciato
per tanto tempo la paura di girare l'angolo e trovarsi di fronte
chi non voleva vedere.
Sono paure che si impregnano nelle cellule di tutto il proprio
corpo.
Chi ti sta intorno non può capire, perché non le ha vissute!
Tu ti senti ridicolo ad aver paura e ci soffri ancora di più.
Pensa che una mia amica, ignara anche lei di cosa fosse il sesso,
non voleva che le venissero le mestruazioni per paura che fosse
in cinta: un triste gioco l'aveva resa protagonista tra mani
sconosciute e volti coperti.
Direi proprio che per oggi abbiamo sognato e rivissuto momenti
da brivido ma ora lasciamoli alle spalle.
Ti preparo un cioccolato?
In cucina il fischiettio del canarino ha riportato il sorriso
nel nostro cuore. Guarda: un uovo
La vita continua a sorriderci ci vediamo domani.
Scendi in giardino, non ti vengo a svegliare!
Buona vita a te

Se ti fa piacere scrivimi su roberta.mazzarinjgg3@gmail.com   

tra le righe di un vecchio diario