IL NOSTRO CAMMINO

Dio in me è Luce

GLI ANGELI SONO IL CALORE

GLI UOMINI SONO LA BONTA'

Dio in me è Luce

IL MIO SPIRITO E' CALORE

IO SONO LA BONTA'


1 ottobre 85
conferenza C.R.trascritta 

Parlando
di
vibrazioni:

vedere con un' ottica positiva
la colonna vertebrale - > nostra antenna
persuasione occulta
essere isolato
purificazione
preghiera
ogni punta e' sempre scomoda

Qualsiasi persona che voglia spingersi verso una comprensione nei confronti della vita si troverà di fronte a mille problemi. Quando sorgono vuol dire che si sta camminando. L'essere umano ha problemi tutti i giorni ma sono diversi da questi. Se si sceglie di fare un certo cammino, essi diventano una questione positiva. Solo se vado in auto mi accorgo se essa va bene oppure no. Quando parliamo di problemi incominciamo a vedere e a sentire in un'ottica positiva, per piacere! Se sono venuto qua, sono venuto a cercare problemi altrimenti me ne stavo a casa mia a risolvere altre situazioni. Ho scelto di portare avanti una esperienza che cerca di collegare le mie parti, che cerca di rimuovere la scorza per fare in modo che possa vedermi, sentirmi e vivere con me stesso. Arrivare alle radici significa fare un certo cammino. In senso jogico noi diciamo che questo cammino serve a fare in modo che la mia antenna risponda di più ai radar che ci sono nello spazio. Tanti secoli fa non si poteva comprendere il significato di antenne, onde, il presupposto culturale era diverso. Come esseri viventi siamo riceventi e trasmittenti, Anche se si decide di stare a casa per i fatti nostri, noi siamo riceventi e trasmittenti. Riceviamo emozioni, sensazioni, pensieri e il nostro corpo reagisce in maniera psicologica, biologica più densa o meno densa e ognuno di noi ha il suo tipico modo di reazione. Se qualcuno mi tira un pugno io reagisco in un modo, se lo danno a voi, reagite in un altro. Ma anche se reagissimo allo stesso modo, con un ceffone, sarebbero comunque diversi nell'aspetto sottile. Pensate a quando qualcuno fa dell'ironia: essa è carica di tutta la sua sottigliezza. Portiamo cioè all'esterno tutto il carico sottile che c'è dentro. Immaginiamo ora di avere una antenna ed essa corrisponde alla nostra colonna vertebrale e immaginiamo anche di ricevere attraverso questa antenna. Quando noi iniziamo un certo tipo di cammino in essa si incontrano sempre più informazioni a noi sconosciute. Quando decido di far parte di un Gruppo Yoga le prime informazioni che metto dentro sono sconosciute: le metto dentro, le dovrei elaborare e poi le dovrei passare a livello pratico altrimenti sono come quello che ha imparato a fare la divisione, ma non l'ha fatta mai. Quando la prima volta eseguo una divisione ci devo pensare un bel po': devo allenarmi, fare pratica per non perdere elasticità mentale. Ora questa antenna riceve informazioni nuove e le mescola con quelle che ha dentro, ma poiché quelle interne sono tante, non succede mai niente subito. Stimerò queste informazioni fra un po' valide o non valide a seconda della mia esperienza. Questi nuovi dati, al contrario di quelli che manipoliamo tutti i giorni, man mano che passa il tempo aumentano sempre più perché si riproducono da soli. Ad esempio se metto dentro il dato "ho tre corpi e non uno " la prima sera che torno a casa questo tipo di informazione viene sommersa dalle altre informazioni anche se ne sono stato colpito. Da una, le informazioni diventano tre. Comincia a svilupparsi dentro di me una capacità di fare questo tipo di lavoro aggregante senza che io me ne accorga. E' un lavoro inconscio: possiamo definirla persuasione occulta. Per esempio metto dentro un dubbio ad una persona e quel dubbio non sparisce [1]subito , dentro produce un certo tipo di lavoro . Se metto dentro il dato "ho tre corpi e non uno " questa cosa mi sembra fantasiosa, posso avere fiducia in chi parla ma per me è fantasiosa poiché io ne vedo uno! Allora l'informazione sparisce ma cambia faccia. Infatti non ci penso più, non mi interessa più quel dato "ho tre corpi "adesso prende l'aspetto di emozionale. Io so benissimo che dentro di me c'è un mondo emozionale. Allora sapere che io posso identificare il mio mondo emozionale con un centro emozionale richiama l'idea che io posso avere tre corpi e allora comincia a montare, come la panna e questo succede senza che io me ne accorga. Questa costruzione monta sempre più finché la mia antenna comincia a recepire un certo tipo di segnale che prima non avvertiva ma aveva solo immagazzinato. Comincio ad avere il cosiddetto mondo di pensieri particolari ossia la comincio a pensare diversamente e non mi accorgo di questa trasformazione, nessuno di noi se ne accorge, finché in seguito si troverà ad essere isolato e incomincerà a dire "non mi va più". Questo è successo e succede nell'ambito familiare, sempre nell'ambito familiare. Pensate a una donna che fa esperienze di questo genere, ma il marito no...guardate che se venite al Gruppo Yoga, la prima cosa che vi capiterà sarà una bella cagnara con vostro marito. Verranno fuori discussioni grosse, ma talmente grosse che si arriverà al punto di lasciar perdere.[2]Noi riceviamo delle informazioni ma non le calcoliamo affatto, non ci preoccupiamo affinché queste informazioni si trasportino all'esterno ossia nell'attività pratica, dopodiché queste informazioni montano continuamente fino al punto di creare un modo nostro e solo nostro che non ha corrispondenza con l'esterno, è solo nostro e parte da una sola informazione. L'aspetto su cui volevo mettere il ditino è un altro: non so se ci avete fatto caso...parlo ai più anziani,[3] qui dentro possiamo scoprire che man mano che passano gli anni, ci sono sempre più persone che avvertono situazioni negative. Questa è una cosa estremamente reale e adesso ce la spieghiamo un po': noi andiamo avanti vivendo una esperienza di vita fatta di + e di - , siamo nel mondo del relativo e allora diciamo bello, brutto, giorno, notte, buono, cattivo. Sappiamo bene che quando noi viviamo la nostra vita senza domande a livello interiore, vediamo ugualmente il + e il -. Lo vediamo nei fatti e nelle relazioni di tutti i giorni, non ci facciamo caso. Vediamo una persona e la classifichiamo, vediamo un gesto e lo classifichiamo. Leghiamo queste motivazioni a cose esterne, superficiali, psicologiche. Ci diciamo anche il perché : è simpatico perché è disponibile. Man mano che noi interveniamo con l'antenna dietro (colonna vertebrale ) essa non fa altro che farci andare sempre più in profondità a seconda delle vibrazioni che ci arrivano. Se vivo una esperienza yogica più vivo insieme agli altri e più riesco ad entrare in profondità nei confronti degli altri e gli altri nei miei[4]Proprio perché l'antenna che sta qui dietro è capace di selezionare onde di trasmissione con una frequenza sempre maggiore. Man mano che passano gli anni, sempre che io cammini, (perché se io sto fermo non c'è nessun problema), l'antenna è capace di selezionare onde sempre più corte. Parto magari con le onde lunghe, ricevo soltanto le stazioni di sempre, poi queste onde incominciano a vibrare in maniera sempre più ad alta frequenza, allora comincio a ricevere stazioni sempre più sofisticate fino a che arrivo alle onde più corte. Questo succede sempre nell'ambito di un gruppo ed allora io mi trovo a vivere esperienze che sono di profondità perché le vibrazioni sono più alte e quindi posso dire - Conosco meglio quella persona !- La conosco in profondità, ma questa profondità nell'ambito dello yoga, come nell'ambito di altre esperienze interiori, è profondità in senso negativo e adesso ci spieghiamo: io sono portato per questo tipo di esperienza ad andare subito a vedere le cose che non vanno e sono quelle che vibrano in un certo tono che non riconosco armonico. Come succede per me, succede per le persone che mi sono vicine e così via queste onde partono dal fondo di me, dal magazzinaggio... non so se avete un pochino di esperienza a livello culturale, ma tutti i testi, cristiano, induista, maomettano, tutti parlano di PURIFICAZIONE ossia di pulire un qualche cosa e pulire in questo senso significa prelevare tutta quella gran massa di nozioni che ho stipato nel mio magazzino, a cui non ho dato peso ed ora cominciano ad uscire fuori e a divenire produttive. Quando la mia antenna comincia ad essere maggiormente ricevente io entro subito nel mio magazzino. E' per questo che iniziano i dissensi, nell'ambito della famiglia, del gruppo, di tantissimi gruppi, di comunità che si sfasciano . . . chiaramente anche per motivi psicologici ma il motivo principale è questo, soltanto questo: SONO ENTRATO NEL MIO MAGAZZINO E HO TROVATO IL BUIO. A QUELLI NUOVI LO DICO SUBITO: ASPETTATEVI LOTTE QUI DENTRO! [5]Se non riesco a polarizzare la mia volontà nel dire :"Voglio assolutamente cercare e vedere sempre il più " avrò sempre da dire e ridire. Verrò a dirti :"Mi hai fatto questo e quello, brutto screanzato!"... ed è vero! Ma in quel momento mi sono scordato di una fetta di cose che non ho visto per niente e che rappresentava in qualche modo un PIÙ .DOBBIAMO POSIZIONARCI SUL PIÙ. Quante volte ci arriva una batosta e ci posizioniamo sul MENO! Mica andiamo sul +! Infatti la chiamiamo batosta come quando andiamo in macchina: se si accende la spia della benzina, dico: " Sono rimasto senza benzina!" Mica vado a pensare a quanta strada ho fatto con quel pieno ! L'esperienza di tutti i giorni, il modo di condizionare la mente, la società, mi portano molto difficilmente a pensare positivo. Allora se uno mi ha dato un pugno, ho pensato: "Quanta forza ha!" E' DIFFICILE! [6]Questo però è un passo obbligato, non ci sono altre strade: è come quando vai in montagna e per andare dall'altra parte devi passare per forza lì.[7] Se vogliamo continuare a camminare bisogna munirci di quello che ci occorre per passare, alla meno peggio, in quel punto (punto metaforico che può durare degli anni) QUINDI È FUORI DISCUSSIONE CHE 'BUSCO' tutti quanti qui dentro lo hanno vissuto, tranne i nuovi. Ora ho la necessità di studiare qualche cosa per rendere la 'buscata' meno tosta di quello che potrebbe comunque essere. Ed il gruppo serve anche per questo. Ora parlo al di fuori della parrocchia, della Chiesa cattolica, del cristianesimo. Qui dentro adesso per esempio ci sono 25 religioni, tante quanti siamo, va bene? C'è una sola cosa (non ce ne sono due ) che può fare in modo che la batosta sia meno forte di quello che potrebbe essere anche perché essa porta sconvolgimenti ovunque. Dunque c'è una sola cosa: chi è buddista preghi buddista, chi è cristiano preghi cristiano, chi è mussulmano preghi mussulmano, chi è induista preghi induista, CAMBIANO LE FORME MA SONO SEMPRE PREGHIERE. Ognuno la pensi come vuole ma la preghiera è l'unica che porta il mio pensiero dal meno al più. Guardate che quelli che non hanno questo tipo di orientamento vanno a fare le guerre sante, uccidono gli infedeli, sono quelli che "Guai al sesso", sono quelli che vogliono la pena di morte, sono quelli della Santa Inquisizione che, in nome di Gesù ti appiccano sul rogo in tutta tranquillità. Oggi ce ne sono di tutti i tipi, La Santa Inquisizione non si chiama più così. Non crediate che i rivoluzionari di oggi non abbiano iniziato un cammino interiore! Magari sono più avanti di tutti quanti noi. Anche quelli che si drogano, sono più avanti di noi su questo discorso, solo che sono rimasti sordi all'unico rimedio che c'è per vedere il +. "IO PREGARE? NON L'HO MAI FATTO, NON SONO UN PRETE!

  • Interviene Patrizia F. : Tu hai detto che più vai avanti in questo cammino e più senti vibrazioni negative. Io mi chiedo se queste vibrazioni sono filtrate dalla nostra situazione interiore. Io credo che noi interpretiamo, in un modo o in un altro, una vibrazione in base a quello che siamo.
  • C.R. : "Se tu senti una vibrazione esterna che arriva dentro di te o un pensiero e in risposta tu leggi, capti, elabori. Ma se consideri negativa la situazione di che ti devi preoccupare? Se sono io o non lo sono? Ma se sono io o non lo sono il risultato finale è sempre quello.HO DISFATTO QUALCHE COSA ! Mi devo preoccupare di quel qualcosa o di me? Se mi preoccupo di quel qualcosa e mi procuro di guardare in "+" ,anche quando la vibrazione arriverà troverà un PIÙ IN PIÙ. Se mi preoccupo di me corro sempre il rischio che la mia mente mi tragga in inganno, ma se mi preoccupo dell'altro, di guardarci un po' meglio, e scovare, anche se mi costa fatica, UN SENSO POSITIVO POSSO STAR SICURO CHE LA PROSSIMA VOLTA TROVO ANCHE DENTRO DI ME UN SEGNO POSITIVO. Lo trovo sempre. Quando si dice: - Io con quello non comunico!- Oppure: -Io con il gruppo non ce la faccio più ad andare avanti!- NON SONO COSE VERE NEL MODO PIÙ ASSOLUTO. Attenzione a tutti quelli che dicono di non sentire niente, sono molto pericolosi! A volte mettiamo un portone con una spranga per non sentire niente![8]Ogni essere umano sente, e sente di brutto! E' una cosa molto naturale poiché ho imboccato una certa strada. Allora attenti a tutti quelli a cui sono ANTIPATICO, sono molto pericolosi!
  • Interviene Patrizia Ferretti : Non conosco neanche me stessa. Potrò dire di avvertire una certa vibrazione quando sono fuori dalle vene mie... ma uno raggiunge un certo equilibrio, una stabilità.

C.R. : Voglio andare a un rifugio, cammino per le prime due ore poi mi faccio una sosta, se trovo una condizione comoda, andare oltre mi attira meno. Se poi riparto e dopo tre ore trovo un posto ancora più bello e mi dico:- Lassù ci andrò domani, adesso fammi stare quattro ore qua- E' un motivo psicologico molto forte, se mi sta bene, benissimo, trovo un MIO PSICOLOGICO EQUILIBRIO, a livello interiore mi può dare soddisfazione, perché non ho grandi lotte, molto bene, decido, ma ricordati che la punta (il cammino va di punta) non è mai una situazione piacevole. La punta è la punta e non sai mai dove metterti a sedere, in qualunque modo mi metto sto male. La situazione di comodità mi dice che non sono arrivato sulla punta. Questo è lo stesso discorso di colui che dice che deve pensare alle cose pratiche e non a queste quando sa benissimo che dentro è un mondo di emozioni, sensazioni...solo che le SOFFOCA continuamente e afferma che sta bene cosi! Vuol dire che ha scelto quel piazzale lì. Ma ricordati che la punta è sempre scomoda.. Poi magari mi accorgo di essere sulla punta -A- e che volevo arrivare alla punta -B- .OGNI PUNTA E' SCOMODA! Più andiamo avanti più aumentano le lotte, il sentiero va sempre più a stringersi, non possiamo andare tutti insieme abbracciati. In partenza abbiamo un bel prato largo che ci permette di partire tutti insieme ma quando arrivi su non c'è più neppure la mulattiera e lì bisogna andarci uno per uno,guardando fisso avanti [9] perché se guardo dietro... BURUBUBUM![10]


NOTE:

[1]non per niente la calunnia cresce in maniera esagerata molto più di una verità

[2]a questo punto la voce scherzosa di Gianni S. :"ECCO PERCHÉ IO E TE CI PORTIAMO LA MOGLIE!"(non mi risulta che questo cambi la situazione, anzi, secondo me ogni sensazione in famiglia così si eleva al quadrato!

[3]Ma quanti anziani c'erano già nel lontano 85?

[4]Dunque quello che credo sia un lavoro personale diviene un prenderci per mano per avviarci verso la strada della LUCE! Tanto più è difficile la strada tanto più sono su quella giusta e giorno dopo giorno vedremo i risultati anche in questa vita .

[5]Consapevoli di questo abbiamo il coraggio di dire: ok, ho trovato il buio dentro di me ma so che la Scintilla Divina non aspetta altro che la mia forza di volontà per amare me stesso e gli altri dove gli altri non sono che la mia stessa cantina, il mio specchio bello o brutto che io sia. In essa posso vedere il buio o vivere nella Luce a seconda del mio cammino. Non devo certo aspettare all'infinito: AMA POI FA QUELLO CHE TI PARE! Ci ricordiamo che l'innamorato non vede i difetti dell'amato ? E chi non li ha! Certo che sì, come tutti gli essere umani ma l'AMORE non conosce limiti . NON LASCIAMOCI LIMITARE DALLE NOSTRE STESSE MANI.

[6]NON CI HANNO DETTO ANCHE DI PORRE L'ALTRA GUANCIA?

[7]Nel mezzo del cammin di nostra vita....

[8]Perché siamo convinti che solo gli altri hanno difetti? Perché non togliamo la nostra trave prima di vedere il ramoscello negli occhi degli altri? Possibile che tanti anni di sermoni ascoltati in Chiesa e fuori, non ci hanno fatto prendere coscienza di questo? Il Nostro Gesù in Croce non ci dice niente?

[9]Mi è venuta in mente la storia di "una donna, la moglie di Lot (GN 19,26) che non doveva guardare indietro Sodoma, la sua città, bruciare se non voleva rimanere lì ma non resistette alla tentazione e si girò: rimase lì dov'era trasformata in colonna di sale !" Quanti messaggi ci sono arrivati anche da bambini con storie bibliche, con storie omeriche che comunque dentro di noi lasciano un messaggio esoterico che prima o poi torna in superfice! Dietro le parabole quante chiavi !!

[10]La conferenza dopo i saluti continua per un po' con interventi dei soci ma ..poi la registrazione si interrompe...ci spiace!


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13 ottobre 86

CONFERENZA DI C.R.

Fuoco - Acqua

Contenitore: preparazione di base

  • PUÒ bollire l'acqua in una grande pentola

sopra una piccolissima fiamma?

· SEI TRA QUELLI CHE AFFERMANO:

"Mi basta quello che so e per il resto non voglio sapere più niente"?

· UNA FIGURA PREZIOSA : IL CRISTO

· guardare dentro

· Perché essere buono?

· AMORE=DARE

· rapporto fideistico

· MEZZO NELLE TUE MANI...

Riprendiamo il discorso sul termine UNIONE: all'inizio non sapevamo che cosa dover unire; abbiamo preso ad esempio l'unione dei vari pezzi che compongono la nostra persona fisica e senza parlare di tante cose difficili si è deciso di parlare di cose constatabili in modo da avere un facile raffronto. Un raffronto che ci permetta di prendere consapevolezza ... basta volerlo! Ci siamo accorti negli anni passati che la nostra tanto decantata unità a livello di persona poteva non essserlo. Ci siamo anche accorti che, per quanto riguarda il nostro aspetto più decisamente marcato a livello egoistico, come la personalità, anch'esso era una cozzaglie di cose messe insieme. Si è visto infatti come quella struttura che a noi piace portare nei discorsi, cioè la struttura portante dell' IO, sia facilmente frantumabile in migliaia di io. Ci siamo resi conto che questa unità dei componenti, sia fisici, sia psichici, sia fisiologici, era addirittura frantumabile, persino sotto l'aspetto quotidiano. Avevamo ogni giorno la possibilità di avere la consapevolezza di esperienze ma non la consapevolezza per altre. Potevano capitarci mille cose nell'area di una giornata ma avere la consapevolezza soltanto di qualche decina, chi stava con noi poi ci rendeva partecipi, ricordandocelo, di altre novecentonovanta a noi sfuggite. Capita spesso una UNITA' solo a parole in quanto nella pratica spicciola non si può riscontrare. Stando così le cose si è detto di riprendere il discorso dell'Unione paragonandolo a un esempio che ci renda possibile constatare quanto sia vero DENTRO. Noi abbiamo sempre bisogno di constatazioni e allora le prime volte ci siamo rifatti ad un procedimento, ad una strada... "se voglio andare a Bologna..."Vi ricordate ? Noi passiamo una vita a ripetere le stesse cose! In ufficio, a scuola, in casa, in chiesa, al cinema... ovunque. Se stringete vi accorgete che sono parecchi anni che diciamo le stesse cose. Un fatto viene girato e rigirati in mille posizionamenti ma non facciamo altro che rigirare la stessa frittata! E' un fatto negativo? NO, nel modo più assoluto, perché ci permette di avere una maggiore ampiezza di constatazioni. Ecco allora paragoniamo IL CAMMINO ad un signore che vuole cuocersi un piatto di pasta. Come dicevo a Donato[1],questo è un esempio che ci permette di comprendere, sempre che abbiamo voglia di assimilare. Allora, il nostro viaggio è simile a quell'uomo che vuole cuocere la pasta. Per poterlo fare ha bisogno degli ingredienti. Come quel signore noi siamo strutturati in modo simile. Egli ha bisogno di:

· UN FUOCO

· UN CONTENITORE PER L'ACQUA

· L'ACQUA

· LA PASTA

· CONOSCERE I TEMPI DI COTTURA

IL FUOCO E' CALORE, il fuoco è FRIZIONE, direbbe il Korgieff, il fuoco è quella voglia, quella sete di bruciare, d'accordo? E' facilmente intuibile lasciamola per il momento da parte. Noi siamo qui dentro perché bene o male un fuoco c'è, che sia una fiammella piccolissima o un "focaraccio" come si dice dalle mie parti, ossia una catasta grandissima di legna, tanta che ci vogliono i pompieri per sorvegliare che le fiamme non invadano un palazzo, non ha importanza. L'importante è che LA FIAMMA SIA ACCESA e questa è fuori dubbio che c'è perché ogni volta (e basta una volta) che rivolgo il mio volto verso ME STESSO, QUINDI OGNI VOLTA CHE CONVERGO DENTRO, che cerco qualcosa di intimo lo faccio in virtù della forza di questa fiamma. Se cerco la soluzione di un problema intimo, di qualsiasi natura sia, anche non spirituale, ma INTIMO, lo faccio in virtù di questa FIAMMA ACCESA. Tanto più se vado alla ricerca di un discorso interiore (Gratifichiamoci qualche volta! Ce n'è bisogno!) che mi possa portare ad una maggiore chiarezza della vita. Quindi è in virtù di questa forza che sono qui ad ascoltare un tizio che parla. Andiamo avanti e parliamo dei vari componenti. Spendiamo almeno due parole a proposito del contenitore: LA PENTOLA nell'esempio della pasta. Per prima cosa deve essere capace di stare sopra ad una fiamma, giusto? Altrimenti si spacca e l'acqua non potrà mai bollire e non si potrà mai buttar giù la pasta! Ora il mio componente, il mio corpo fisico, la struttura che riceve questo tipo di forze, può essere adatto oppure no, giusto? Ma se io ho una fiamma accesa (pur piccola che sia) e VIVO, il mio componente, la mia struttura è adatta per quella fiamma altrimenti qui non ci starebbe. Ammesso quindi che la fiamma ce l'ho, vivo solo grazie al contenitore che è capace di stare sopra quella fiamma e se la mia fiamma è grandissima anche il contenitore è capace di sopportare tale fiamma perché altrimenti si romperebbe ed io non vivrei più. Quindi oltre alla fiamma, al contenitore abbiamo L'ACQUA che è un elemento fondamentale : essa rappresenta tutti quei fatti che entrano dentro di noi. E' la linfa che viene elaborata nell'interiorità, quindi il problema dell'acqua non sorge per nessuno. Ora, per il momento lasciamo perdere se è l'acqua di Gorgovivo o quella della fogna ... ancora non lo sappiamo. Man mano ci accorgeremo se è buona o no, se ha dei residui o è pura. Provvederemo a mettere un filtro per pulirla prima che cada nella pentola. Adesso preoccupiamoci di avere i componenti:

· IL FUOCO...............................................................l'Amore!

· LA PENTOLA.........................................................il nostro corpo fisico, psichico, emozionale

· L'ACQUA................................................................i fatti

· IL SALE...................................................................l'interesse

Anche il sale è molto importante! Ogni volta che c'è un interessamento particolare per una cosa aggiungiamo il sale: INTERESSE PER CIO' CHE SI FA . Dipende dai gusti : chi è portato ad una vita riflessiva sarà pieno di sale, se poi uno vuole mangiare piccante lo attireranno tutti quegli argomenti che contrastano l'uno con l'altro. Sarà il classico tipo che cercherà di sapere cosa ha detto Tizio e cosa Caio per vedere le differenze! Ma alla fine tutto questo non fa la differenza, ognuno mangia e vive come più gli si addice. A questo punto abbiamo tutto il necessario per procedere alla COTTURA. Dunque se vogliamo procedere in questo cammino è necessario aspettare che l'acqua bolla, ossia che la temperatura salga fino a un punto X , Cioè fino al momento giusto per buttar giù LA PASTA. E qui cominciano i primi dolori! Più aumenta il progresso più il mio contenitore è grande. Infatti cento anni fa il mio contenitore era metà di quello di oggi e fra duecento anni esso sarà il doppio di quello di oggi! Più aumenta l'informazione, la rapidità, lo spazio, più io mi devo adeguare. In passato le notizie arrivavano con il cavaliere che leggeva il bando... era tutto ciò che si poteva vedere con i propri occhi senza sapere cosa succedesse a 500 km di distanza. Oggi possiamo vedere in diretta, leggere giornali, prendere l'aereo e girare il mondo quindi il mio contenitore si allarga di conseguenza cioè tanto quanto il flusso dell'acqua che entra dentro. Non posso mettere una tonnellata di acqua in una bottiglia da un litro! Quindi tutto quello che arriva va dentro poi la digestione e' un altro discorso: io potrò sopportare oppure prendere una indigestione. Il mio contenitore si adegua sempre più. Se però le capacità di adeguamento sono inferiori alle informazioni che arrivano a valanga, io ne soffrirò ossia non riuscirò a contenerle, se invece mi adeguo, cioè sono abbastanza elastico e mi adeguo alle cose che accadono ecco che il mio contenitore si allarga. Immaginate ora una fiammella simile a quella dei lumini con sopra una marmitta che non ti dico, immensa, piena di acqua e noi che aspettiamo l'acqua bollire. Questa è in genere l'immagine predominante. Noi per vivere abbiamo bisogno veramente di poco. Per vivere come ci piace forse no, ma per vivere abbiamo bisogno solo di una fiammella come quella del pilota di una caldaia. BENE .Finché arrivano i fatti , l'acqua sta dentro e noi non vogliamo cucinare niente, va benissimo, perché la fiammella continua a tenerci in vita... d'accordo? I fatti arrivano dentro ma non facciamo altro che spendere energia psichica. Sfruttiamo forse il calore dell'AMORE? Per niente! Per esempio nella comprensione di un fenomeno, nell'apprendimento di ciò che vediamo, leggiamo, nel lavoro, spendiamo energia psichica e la sera siamo stanchi, sfiniti Se lavoriamo intensamente siamo proprio cotti! Allora cosa ci succede? Ci succede che non possiamo fare niente di diverso se non vivere tranquillamente. Per questo la scorsa settimana, dicevamo che quando uno si mette in testa di operare o a percorrere una strada e ha per presupposto un altro tipo di forza, sono dolori! Ricordate quando dicevamo che il giorno in cui dico "TI AMO" a una ragazza cominciano i dolori? Da quel momento in poi quello comincia a lavorare! Che significa lavorare? Significa prendere, anziché dalla forza psichica soltanto anche dalla fiamma. E SE LA FIAMMA SI ALLARGA VA BENE...ma se la fiamma rimane tale e quale sono dolori! Perché più rubo spazio a quella fiammella e più si riduce la fiammella che mi interessa per vivere. E li sono dolori!! Sono come Mussolini che cercava lo spazio vitale... non c'è più spazio vitale. Hitler occupava la colonia... ed è questa la ragione per cui io metto i piedi sopra qualcun altro. Questo avviene perchè non ho da prendere da altre parti in quella fiamma... e prendere dalla fiammella significa prendere un pezzo da me. Tutto questo mi fa sentire sempre più stretto proprio perchè si riduce lo spazio vitale di questa forza. Pertanto mi sento sempre più ingabbiato, ho bisogno di aria, ho bisogno di respirare, e allora vado a cercare la sopraffazione in altre direzioni oppure avverto la possibilità di allargare questa fiamma per farla diventare un "focaraccio" ma per renderla tale occorre soltanto sacrificio, l'orientale direbbe "la rinuncia" finché si comprende che la fiamma che ho ,lumicino piccoletto, può diventare un enorme fuoco tanto quanto sono disposto a DARE. Qui il discorso si fa basilare per il mio CONTENITORE che si allarga sempre di più, vita natural-durante, o almeno fino a quando non divento sclerotico, umanamente parlando, perchè se mi sclerotizzo divento come quelli che dicono: "Mi basta quello che so e per il resto non voglio sapere più niente" Se ne incontrano tanti di tipi "con i paraocchi" ma questo è un termine simbolico per dire: "Non ne posso più di queste cose!" Allora si prende la scusa del proprio egoismo, della propria superbia ...ma è solo una scusa, invece è il contenitore che non ne può più. Solo se riesco ad ingrandire la fiamma potrò giostrare su questo pentolone grandissimo che ho. Solo in virtù di ingrandire la fiamma posso aspettare che l'acqua bolla...altrimenti...ma quando bolle!!! Ora è chiaro che il proposito di allargare la fiamma , per la persona che vuole arrivare a mangiare un piatto di pasta asciutta, è un lavoro, una difficoltà che può essere semplicissima per chi è portato o difficilissima per chi non lo è. Ma anche la persona che non è portata può avere il desiderio, la voglia e la sete di allargare questa fiamma ...di aspettare e vedere l'acqua bollire anche se non se ne ha la consapevolezza. Consapevolezza e non sapere, perché il sapere più o meno ce lo abbiamo tutti . Consapevolezza che la piccola fiamma possa diventare un "focaraccio". Ora c'è bisogno di un attimo di sosta perché in questo punto interviene una figura. Ed è una figura preziosa in quanto sono estremamente rari gli esseri che hanno la consapevolezza di questo discorso. Sono esseri che: o hanno avuto "la botta in testa" e quindi da quel momento in poi comprendono... oppure c'è dietro una scuola che li ha portati a questo punto perché altrimenti sono di una rarità eccezionale ! Difatti noi siamo abituati a fare l'opposto: prima riceviamo e poi diamo e anche chi ha avuto scuole e scuole si trova spessissimo ad avere questo tipo di forza agganciante: non dare finché non si riceve qualcosa. Ed è lo stesso di chi dice :"Non posso dare perchè lì non mi ascolta nessuno!" oppure "E' inutile che dò a quello lì, tanto non capisce niente, non mi da retta, poverino, ha altri problemi!" Troviamo una giustificazione dietro l'altra per non dare. E questo pur essendo venuti su con un certo linguaggio, in una certa scuola, quindi pure quelle persone lì che dovrebbero essere di esempio! Ecco perchè abbiamo bisogno di una figura preziosa.. All'inizio dicevamo che queste cose potevano esser di valido aiuto per coloro che erano innamorati del Cristo. Per l'orientale IL BUDDA, di MAOMETTO, ma comunque si inserisce sempre in questo punto. PERCHÉ? L'unica forza capace di prendere la mia e di trasformarla, indipendentemente da quello che io riesco a fare, è una forza universale. Se ho una fiammella e devo farla diventare una enorme, io non riuscirò mai a farlo se non è la Fiamma Grande a invitarmi ad essere come lei .Ma non riuscirò mai a concepire il concetto di amore se prima non dò, va bene? Dunque io sono una piccolissima fiamma e non riuscirò a diventare grande se LA FIAMMA GRANDE NON DICE: "VIENI E DIVENTA COME ME" Ma è lo stesso movimento di me che vado verso l'altro indipendentemente da quello che è: pezzente, alto, basso, storto. Indipendentemente da quello che è, vado verso l'altro, dò e gli dico: "Tieni, diventa come me!" Così la fiamma , ossia tutta la forza totale viene a me e mi dice :"DIVENTA FORZA!" E' difficile comprendere tutto questo? Io posso dire AMO, AMO, amo un bel niente se non ho la consapevolezza che AMARE E' DARE, NON E' DARE E AVERE! Ora siccome è solo dare, io non potrò mai ingrandire la mia fiamma finché non dò...e questo sia al piano paritetico o a quello inferiore. Quindi verso un fratello, o verso la natura, o verso una entità (per chi crede in queste cose) che ha bisogno di aiuto...se voglio crescere ho bisogno solo di dare ma NON POSSO DARE UN BEL NIENTE SE NON SONO IN CONTATTO CON LA GRANDE FIAMMA [2] (............) La mia natura non è quella di Amare bensì di prendere al punto tale che per campare mi basta una minuscola fiamma. La mia struttura, il mondo, la natura, mi incitano a prendere non a dare! Quindi un movimento proprio contrario. Se io invece faccio un "giravolta" e decido di iniziare a soffrire e mi guardo dentro vuol dire che ho necessità di crescere. E da quel momento inizia la sofferenza. PERCHÉ? Perchè se guardo fuori la mia natura è di ricevere e se guardo dentro la mia natura è cambiata...non è più quella di ricevere ma di dare! Ed ecco che si creano scompensi, lotte. Se non concepisco come stanno bene le cose o nessuno me lo insegna o non ho l'illuminazione dall'alto io continuerò sempre questa lotta tra me e me. Faccio una cosa e poi ho il rimorso per averla fatta...e chi più ne ha più ne metta. La faccio in virtù di una proiezione esterna ma sento che dentro è sbagliata! Posso passare una vita a fare sempre questo giochetto... poi, siccome mi hanno insegnato (purtroppo per un verso...) che basta confessarmi, esco dalla porta della chiesa, poi ritorno e il movimento è sempre questo finché non decido di guardare dentro: mi accorgo allora di farla finita! Per quale motivo mi ha creato il Padre Eterno? Alcuni iniziano questo cammino per poi abbandonarlo subito perchè lo ritengono impossibile e allora non c'è più problema si ritorna al discorso di prima e più diminuisce il rapporto che si sente dentro (perchè più si fa fuori più ci si scherma dentro) e più l'abitudine mi coprirà... dopo di che posso diventare un professionista del crimine. Ora se per caso mi volto e comincio a preoccuparmi del discorso interno che sento e comincio a preoccuparmi perchè è in antitesi con quello che faccio esterno, ecco che sorge un problema. Perchè essere buono? Perchè non gli voglio più sputare in faccia? Perchè non gli devo dare un cazzotto? D'altronde se sento questa strada questi problemi sorgono per forza! Cominci così ad entrare nel discorso amore, falso quanto ti pare, ma intanto cominci ad entrare in questo discorso e ti accorgi che di AMORE ce n'è uno solo e non due! Uno solo perchè l'altro è esterno e razionale. In psicologia l'amore razionale è quello che scambiamo per amore: se tu non mi dai niente io non ti do niente! Io ti do qualche cosa se tu mi fai contento. Ma l'unico vero AMORE E' QUELLO CHE VA D'ACCORDO CON L'INTERNO, E' QUELLO CHE SI PREOCCUPA DI UNA COSA SOLA: DARE! Ora pensate voi se è possibile DARE con una fiammella piccola così! Una fiammella piccola serve solo per campare. Ma se questa è la mia natura che devo fare? Deve scattare il cosiddetto rapporto fideistico o di aggancio con LA FORZA. Per l'induista il suo Brahama(?), per il cristiano il Cristo, é la Forza del Dio invisibile, la Forza visibile, potente. Ognuno qui aggancia il discorso Forza con la F maiuscola. Dal momento che sono disposto a Dare (dall'interno e non razionale) ecco che LA FORZA mi da i mezzi per poterlo fare e c'è UN DARE.. UN DARE CHE CHI COMINCIA QUESTO TIPO DI ESPERIENZA.... RICEVE SOLAMENTE!! Fa addirittura l'opposto. E quanti esempi di Santi che si flagellavano perchè erano indegni di quello che ricevevano? Dunque è l'unica possibilità che ho per poter DARE perché in effetti il lumicino mi serve solo per campare e se decido di dare con quel lumicino così piccolo non riuscirò a dare mai niente. Solo l'aggancio con LA FORZA mi permetterà di dare. Posso anche diventare scemo e dire. PACE FRATELLI, sono io che ve la do! Sono diventato scemo perché non vedo più Chi me la da! E in questo contesto diciamo "SONO MEZZO" Ed è in questo contesto che l'uno serve all'altro e viceversa perché altrimenti non ci sarebbe nessun motivo per cui io ho bisogno di te e tu di me. In tante scuole orientali, in tanti gruppi di preghiera, tanti carismatici, sacerdoti, ti dicono: "C'è Dio, basta che lo preghi e sei apposto!" Non è vero! C'è bisogno uno dell'altro e che ognuno si senta MEZZO E NON DATORE! MEZZO appunto, per il potente movimento che c'è nell' AMARE, nel DARE; E l'unica possibilità che ho, è quella di ricevere la capacità di dare. e quando ricevo la capacita' di dare mi si accende una fiamma enorme! Se io prescindo dal punto focale della presenza della forza totale, disposta a dare tutto, se io prescindo da tutto questo, potrò diventare un buon analista, un buon conoscitore di me stesso ma niente di più.


[1]Donato è un amico carissimo, piemontese che ha diviso con C.R. tante esperienze ed è venuto anche con noi ad Esanatoglia dove abbiamo vissuto una esperienza indimenticabile insieme ad altri amici. Ogni nuova esperienza è per noi motivo di crescita e proprio per questo, di sconvolgimento per quel discorso di purificazione di cui abbiamo parlato. Assaporare sulla pelle una esperienza "forte" porta sempre a quell'imboccatura stretta dove possiamo entrare solo quando siamo veramente purificati e pronti anche grazie a questi passaggi obbligati che la Vita ci pone davanti per farci "risalire" verso la Luce.

[2]A questo punto c'è una domanda di Roberta? ...ma non è molto chiara. Certa è la risposta....

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17 ottobre 86

CONFERENZA DI C.R.

Fuoco - Acqua

Contenitore: Affinità con il maestro interiore

  • Quanti tipi di pasta mettiamo a cuocere ossia... quanti propositi riusciamo a portare a termine...?
  • Yoga = Unione
  • Perchè sono nato proprio qui, in questo contesto: cristiano - occidentale....
  • Perchè abbiamo bisogno di Cristo ?
  • La nostra acqua...e' pura? ...e' alcool?
  • Come organizziamo la nostra vita?
  • Il significato dello stare senza fare niente in senso yogico

· Avere la voglia di cambiare.

· Avere orecchio per... ascoltare...

·C'è dare e DARE!

·Il Signor No da, non riceve, parla molto piano.

·Gesù sta dietro la porta!

·Avere sete di...

·L'Importanza della costanza.

·

Cerchiamo di riprendere il filo del discorso, se non vado errato parlavamo di cucina, anzi ne abbiamo parlato per diverse sere. Una cucina un po' speciale dato che si trattava di pasta asciutta, abbiamo visto a grandi linee l'occorrente: una pentola, l'acqua, il fuoco, il sale, oltre che logicamente la pasta. Gli ingredienti e c'erano tutti:

· La pentola, l nostro corpo fisico, psichico, emozionale;

· L'acqua era l'insieme dei fatti che entravano dentro di noi, cioè tutto ciò che ci capitava , tutta la massa di energie che entrava e filtrava attraverso il nostro corpo;

· Il fuoco rappresentava l'energia di qualunque tipo, perchè a seconda dell'uso che noi facevamo di quel fuoco, l'energia si polarizzava e diventava una energia capace di farci scottare o bruciare ... possiamo dire a seconda dell'uso, perchè basta arrabbiarsi una volta nell'arco di una giornata che subito sprigioniamo fiammelle! Pertanto abbiamo la possibilità di constatare subito, in via diretta, cosa può significare il fuoco. Per chi fa sport è l'energia che spende nello sport (trattasi sempre di fuoco) o anche chi ama ... è comunque un fuoco.

· Il sale, anche quello ne abbiamo in abbondanza; è come quel qualcosa che funge da condimento. Bene è difficile passare giornate intere vuote, o giornate interamente scialbe, noiose. Magari per un minuto ma qualcosa capita sempre. Può essere un pensiero che ci viene in testa a portarci un po' di sollievo se siamo nella tristezza più assoluta, oppure una risata se siamo mesti. Se siamo onesti nell'arco di una giornata abbiamo sempre a portata di mano un po' di "sale".

· Gli ingredienti ci sono tutti per iniziare un cammino (regolandoci sempre in base all'esempio portato) e vedere come si fa a cuocere la pasta. Soprattutto come si fa a mangiarla, come tutti gli esempi un po' bislacchi, perchè è inutile cuocerla se non si può mangiarla o la mangia qualcun altro al nostro posto. E' necessario avere un solo tipo di pasta perchè altrimenti si può incorrere nei vari pericoli: uno di questi è la cottura : una si scuoce e l'altra è un mattone. Ma un pericolo sta nell'aspetto di una operazione che non ha un fine e qui possiamo citare tanti nostri esempi personali diretti e cioè tutte quelle cose che iniziamo e non portiamo a termine; a quante azioni iniziamo e quanti pochi risultati vediamo ... Ce ne sono a bizzeffe di questi esempi. Per cercare la finalizzazione più appropriata e anche per avere il risultato più giusto, abbiamo detto di metterci d'accordo su che cosa e dove vogliamo arrivare. Per arrivare a mangiare un solo tipo di pasta bisogna stabilire il tipo e se questo tipo sta bene a tutti...vero...?

Allora riesaminando il discorso yogico, abbiamo detto che il termine "yoga" significa "unione". Ora facciamo in modo che UNIONE, per noi, rappresenti, in questo periodo "LA COTTURA DI UN SOLO TIPO DI PASTA. Poi abbiamo l'assoluta necessità che qualcuno ci guidi nell'assaggio, nella cottura della pasta. Questo è un altro caposaldo fondamentale, perchè se mettiamo giù la forchetta o il cucchiaio o ciò che occorre e tiriamo su la pasta... dobbiamo essere ben sicuri che quel momento rappresenti il giusto momento di cottura o quasi. Sin dall'inizio stiamo utilizzando un esempio squisitamente simbolico; ognuno può prenderci quel che gli serve o non prenderci niente a seconda se ci si riconosce oppure no, a secondo anche di quanta voglia ha di lavorare su questo esempio. Quando diciamo che ho bisogno di pescare nella pentola per vedere in tempo se la pasta è cotta al punto giusto è certo che ogni volta che metto giù la forchetta o il mestolo per assaggiare la pasta mi prendo una scottatura e di scottature di questo genere noi ne avvertiamo molte[1]. Come già detto a questo scopo abbiamo bisogno di un punto, di una forza, di qualcuno o di qualcosa che si inserisce in questo frangente dicendoci: "Lascia fare a me, te lo dico io quando la pasta è cotta!" L'altra volta ci eravamo fermati qui senza spiegare il perchè di questo. In ogni religione, o per meglio dire in ogni strada interiore, c'è un punto di riferimento. Questo punto, questa forza, questo macigno che ci pianta lì, in quel punto ben preciso della cultura . Per l'occidente si chiama Cristo, per l'oriente in un altro modo ma è la stessa Forza, lo stesso principio. Perchè abbiamo bisogno di questo tipo di Forza? Cosa rappresenta per noi? E qui andiamo sul difficile, ma dobbiamo cercare di afferrare il più possibile, poi ognuno di noi può meditarci sopra come vuole. Bene, questo tipo di Forza lo chiamiamo PUNTO senza identificarlo con Caio, Tizio, Sempronio. E' necessario che il PUNTO ci dica quando andare a pescare perchè il momento giusto è diverso per ognuno di noi. Ripetiamo un esempio citato tante volte: il bambino piccolo ha bisogno di sentirsi dire "non fare questo o quello" perchè non conosce i pericoli. Per quel bambino piccolo quella persona assume le vesti del SIGNOR NO. Man mano che il bimbo cresce il signor no non ha più bisogno di dire solo no, ma comincia a spiegare il perchè. Quando il bambino cresce ancora quella persona per lui sarà quella che darà consigli, niente di più. E' passata quindi dalla cosiddetta fase negativa a quella positiva. Passa cioè dalla parte opposta pur rimanendo la stessa persona. Ora il passare del tempo arriva ad essere il vero e proprio consigliere per cui quel bambino che non è più piccolo, comincia a cercare da quel SIGNOR NO iniziale una risposta in base, ad esempio, ad una scelta, in base ad un problema, Il cambio di veste è quindi TOTALE e questo cambiamento avviene nel tempo a seconda e in funzione della crescita del bambino. Pertanto se il bambino non cresce anche la funzione del SIGNOR NO RESTA INVARIATA. CHIARO! Se il bambino nel tempo non sviluppa una sua scelta altrettanto fa il Signor NO. E' come il fenomeno che stiamo osservando stasera... è come l'eclissi: se non ci fossero i fattori da una parte e dall'altra, l'eclisse non potrebbe avvenire. Eppure la terra c'è sempre, la luna, il sole, però il fenomeno avviene solo in determinate circostanze. E quando una cosa non avviene non vuol dire che il Signor NO si è stancato e perciò non ne vuole più saper niente. Egli non può assumere una veste che non sia direttamente proporzionale alla richiesta, alla maturazione, alla crescita, e al cambiamento nel tempo del bambino. Ci siamo qui? Bene! La stessa cosa succede nel mondo yogico. Questo punto di forza, estremamente importante, che ci dice, ci avverte e ci insegna il miglior sistema di cottura senza scottarci, non è mai un Punto di Forza uguale a quello iniziale. MAI. Cambia con il tempo, cambia con il cambiare delle esigenze, della maturità del richiedente nei confronti del Punto Di Forza. Allora se io voglio iniziare a fare yoga nel modo migliore che conosco, se il termine yoga significa unione ed io voglio operare nel mio ambito, tutto quello che posso fare è PREPARARE I COMPONENTI: PREPARARE, d'accordo?

· Comprare la pasta.

· Accendere il fuoco.

· Pensare all'acqua.

· Procurarsi il sale.

· Far bollire l'acqua.

· Mettere giù la pasta quando l'acqua bolle

·STOP

Da qui in poi interviene il Punto di Forza

All'inizio lo vedrò proprio come il Signor NO. Sarà un continuo ripetermi "non fare.." E questo perchè per me è tutto buono per fare i componenti e li vedrò tutti tranne quelli giusti. Parliamoci chiaro, procurarmi il contenitore è tanto difficile? Ebbene sì! Eppure il contenitore non è niente altro che il mio corpo fisco! Ma quando voglio metterlo sopra una fiamma ... sono certo di essere a posto? ...Di essere pronto? Sapete cosa significa mettere il corpo fisico a cuocere sulla fiamma?! I più "vecchi" si ricorderanno del Kurdjieff: il nostro lavoro inizierà, prima di tutto, con l'osservazione spietata del nostro corpo fisico e con il prenderne coscienza. Per quanto riguarda l'acqua abbiamo detto di averne in abbondanza tanto da poterci annegare per quanti fatti entrano in noi nell'arco della giornata. Ma in verità quanti fatti ci perdiamo! L'acqua che mettiamo dentro è adatta per cuocere la pasta? E' un'acqua decente, pulita? E' acqua oppure alcool? E quanto ne arriva! Ecco la necessità di osservare i fatti in NOI. L'osservazione delle forze che entrano dentro di noi è molto importante: osserviamoci quando ci arrabbiamo, osserviamoci quando siamo contenti, anche se solo per un attimo, osserviamoci quando siamo malinconici.. anzi dobbiamo fare un piccolo lavoretto perchè se questa tristezza è staccata da noi... bene, anzi vuol dire che è un tipo di acqua, ma se è attaccata a noi, quella non è acqua per niente! E' tutta un'altra cosa! In quanto quella condizione di tristezza va a braccetto con l'EGO proprio perchè IO sto soffrendo, IO, esclusivamente IO! In questo caso non si può parlare di acqua buona! Allora osserviamoci perchè solo così possiamo renderci subito conto se siamo staccati dal fatto che ci capita. Le prime volte sarà un po' difficile essere staccati, anzi saremo completamente dentro, immersi nel fatto... però continuando nell'osservazione, ci accorgeremo , man mano, di staccarci un po' alla volta, poco per volta, non ha importanza... dobbiamo solo renderci conto che, se vogliamo, possiamo staccarci e ad ogni distacco corrisponde un po' di acqua pura, pulita. Per quanto riguarda il fuoco ne siamo talmente ricchi da poter incendiare Jesi con la nostra energia! A questo proposito la fisiologia, scienza ufficiale, ci viene incontro nel farci presente l'energia che sprechiamo durante la giornata: infatti usiamo tanta energia in più, per usi completamente opposti a quella che occorre per il suo caso specifico. Avete mai sentito di persone che lavorano, anche di brutto, con l'energia psichica? Ce ne sono tante! Avete mai sentito parlare di gente che ha la possibilità di vivere un momento sessuale usufruendo solo della forza sessuale?! Non esiste! Avete mai pensato di digerire con una forza squisitamente fisiologica ossia soltanto con l'energia che serve per digerire? Mai! Perchè mentre digeriamo noi facciamo mille cose. Adesso poi c'è l'abitudine di guardare la TV mentre si mangia e quindi si fa un continuo rimpasto politico eccezionale! Ora, se noi pensiamo al nostro corpo fisico come ad una fabbrica, ci rendiamo subito conto di essere completamente disorganizzati sotto questo aspetto. Non troviamo né un'organizzazione logica, né seguiamo un filo produttivo! C'è quello che scarica il camion e lo porta negli uffici amministrativi. Il semilavorato viene portato dal segretario sopra la scrivania del direttore e la segretaria va a prendere il caffè nel reparto macchina. Noi agiamo così! A questo punto stiamo ancora parlando di organizzarci per poter usare nel modo migliori i nostri componenti. Se uno dovesse pensare di fare tutto il nostro lavoro, ossia aspettare che l'acqua bolle, per poter versare la pasta e... incominciare ad aspettare IL PUNTO DI FORZA , si fermerebbe sicuramente qui. Invece come tutti gli esseri umani, checché se ne dica, siamo sempre i soliti fortunati, perchè in ogni situazione c'è sempre quel punto di forza [2]anche se sta molto al di là di questi nostri discorsi, cioè sta dopo la preparazione di tutti gli ingredienti e anche dopo aver buttato giù la pasta. Quel punto di Forza è anche pronto a darmi una mano per cercare i componenti, per organizzarmi ma soprattutto nell'attesa dell'ebollizione dell'acqua. Questo perchè, una volta iniziato un certo tipo di lavoro, io, essere umano, non concepisco di starmene senza far niente... per me, il non far niente è negatività. Ad esempio, una volta imparate le figure e incominciano a gustarmi perchè mi vengono anche bene, se qualcuno incaricato mi dice di smettere e quindi di non fare niente per sei mesi.. per me è un dramma! Ebbene sono questi i periodi veramente difficili rispetto a quelli iniziali di osservazione, di ricerca dei componenti, di messa in opera di questi ultimi. Quel Punto di forza che è il Signor NO, se si continua nell'osservazione, nella ricerca, pur con tutte le limitazioni e le prese di coscienza che si hanno, è un Signore che, se si prosegue in questo tipo di ricerca, monta giorno dopo giorno, dal passare dalla semplice proibizione a dirci:" Questo non lo fare perchè.... " c'è uno spazio di tempo molto corto. E magari io mi ritrovo ancora a mettere insieme i componenti, a stabilire come fare per avere un fuoco grande. . . perchè con un lumicino così piccolo non posso fare niente. Magari mi sto scervellando per capire come utilizzare un po' di energia nel miglior modo possibile, come accumularla, come non disperderla, pur tuttavia lo stesso Signor NO non è più lo stesso: Egli comincia a dare consigli, comincia a cambiare musica anche se noi siamo ancora nella fossa a cercare di organizzarci. In tutto lo Yoga basta la VOGLIA e non la INDOLENZA! Se noi ci ritroviamo ad avere voglia ma quest'ultima va a braccetto con l'indolenza, allora bisogna vedere se la voglia è legata a motivi squisitamente personali e non a motivi di ricerca vera. Se invece la nostra voglia non è legata all'indolenza allora ci troviamo ad operare nel vero senso della parola. Anche se a poco a poco o malissimo, questo non ha alcuna importanza. Quello che conta nello yoga è operare. Come quando inizierò a fare figure, pur se bislacche o storte, da ciccione o no, non ha alcuna importanza! Non arrivo a toccare terra per 25 anni? Non importa. IL CENTRO DI FORZA lavorerà allo stessa identica maniera di colui che fa le figure alla perfezione. Nella preparazione vale lo stesso identico discorso come , d'altronde, in tutto lo yoga. Lo yoga classico orientale inizia subito con Yama-Nyama i cosiddetti precetti: da una parte ti si dice tutto ciò che non devi fare, dall'altra, invece, quello che devi. E' il nostro stesso discorso. Può capitare che lo yogino cominciando a fare le figure abbia esperienze molto forti pur vivendo e combattendo in questa fase di doveri e di rinunce. Quindi, vedete, è tutto un intreccio a seconda di quanta VERA DISPONIBILITÀ mi metto nella ricerca di questo punto forza o nella ricerca di quell'inizio dell'attesa (quando devo aspettare solo che la pasta sia cotta). All'inizio abbiamo detto: IL PUNTO FORZA E' IL SIGNOR NO e nella vita di tutti i giorni si è abbastanza abituati ad ascoltare tanti SIGNOR NO... tanti ... al punto tale che non si riesce più a distinguere il Signor No che ci interessa. Può anche accadere l'inverso ed è la stessa cosa che capita più di frequente. In un tipo di società come la nostra ciò che conta molto è l'orecchio. L'orecchio conta moltissimo. Poveri e sfortunati sono soltanto quelli che, sempre secondo la società, non ci sentono più bene, perchè oggi fanno strada quelli che hanno orecchio. Ci avete mai pensato? E? Importantissimo! Oggi per avere successo bisogna avere orecchio, prestarsi al rumore, ai discorsi "alti", prestarsi alla musica... FORTE però, non quella leggera! Essere molto disponibili a tutto ciò, perchè, oggi come oggi, non è più concepibile un rumore al di sotto di "tot" decibel. MA IL NOSTRO SIGNOR NO E' SEMPRE PRONTO A DARE, MAI A RICEVERE, per sua natura parla molto piano e questo avviene in qualsiasi esperienza religiosa, dunque sia per l'oriente, sia per l'occidente. Avete mai fatto caso a come il nostro tono di voce si abbassa quando noi pensiamo esclusivamente a DARE? In quel momento non c'è differenza tra noi e Lui. Fateci caso così ne discutiamo insieme. Quando il v/s dare è accompagnato dall' IO, dall'EGO, quindi interessato, avete anche molta decisione nel v/s dare, ponete addirittura dei punti fermi, potete anche arrabbiarvi... Quando invece IL DARE è sena niente a pretendere la vostra voce si abbassa, parlate tutti piano così come quando si è innamorati. Avete mai sentito due fidanzatini parlare delle loro cose ad alta voce? E' la stessa identica cosa! Ora questo Signor No è un Signore che parla molto ma molto piano, però non è al di sotto delle nostre capacità uditive, è anzi immerso nelle nostre capacità uditive soltanto che non dobbiamo essere più disponibili a nessun altro genere di rumore perchè altrimenti quel Signor No non lo sentiremo e non lo vedremo MAI.[3] Inoltre se noi aspettiamo il cambiamento di quel Signor No e lo aspettiamo senza aver "assaggiato" i suoi "NO" siamo degli illusi. Se ad esempio nel discorso cristiano, aspettassimo la nostra Manifestazione Interiore, CRISTO come FIGURA O PUNTO FORZA, che ci dica quello che dobbiamo fare, saremmo degli illusi! Perchè prima dobbiamo sentire il Punto Forza che ci indica chiaramente quali sono i componenti che vanno, qual'è l'acqua sporca, qual'è il contenitore giusto che non scoppi sulla fiamma, qual'è il sale insipido. Questi sono lavori che dobbiamo e possiamo fare solo noi. Persino nelle parabole del Vangelo è scritto chiaramente che Gesù sta dietro la porta. Egli ha detto: "Basta aprire la porta perchè Io sto lì dietro!" Ma non è Lui a doverla aprire, siamo noi che lo dobbiamo fare, solo noi. Magari una piccola cosa ma la dobbiamo fare. Dobbiamo aprire noi la porta. Come nell'esempio della pasta dobbiamo noi organizzare i componenti. Possiamo dire: "Ecco ho trovato 25 pentole..! Ma poi sentiamo il discorso del Punto di Forza che dice :" Si, ma nessuna delle 25 è adatta!" E allora via, a cercare altre pentole adatte! Ecco forse questa è quella giusta. E poi ancora l'acqua. Magari dopo mesi di lavoro siamo convinti di aver trovato un litro di acqua buona e Il Signor No: "NO! NO! Non è buona affatto" Potremmo comprenderci un po' di più nel dire che bisogna avere sete, ma avere una sete molto forte per non rinunciare e no "Forse, chissà se adesso vado al bar, ma sì andiamo, prendiamo qualcosa da bere[4]" E questo perchè una persona dopo che lavora per mesi e mesi e si sente dire sempre: "NO! NO! Se vuoi qualcosa devi ricominciare da capo...!" Eh! Ce ne vuole di sete per andare avanti. Perchè a questo punto è troppo facile dire: Adesso basta mi hai proprio stancato con tutti i tuoi no! Non ti accontenti mai!" Ecco perchè occorre avere tanta sete.. di quella vera! Ed ecco anche perchè il discorso yogico è fatto per quelli che hanno molto coraggio, per quelli che hanno molta temerarietà e molta tigna. Stiamo di nuovo parlando di yoga, come all'inizio. E già sono 4 volte che ci incontriamo a parlare di yoga.[5]Allora cerchiamo di tirare le somme. Bene io non credo che in tutto questo tempo passato insieme anche a scambiarci opinioni ed esperienze, non posso credere che non abbiamo fatto niente. Credo almeno che si possa dire : " Ecco mi sono osservato, mi sono sentito arrabbiato e mi sono ricordato di un certo tipo di discorso...!" Oppure: "Ho provato per un attimo rabbia, delusione o tristezza, e non ho cercato di vedere se riuscivo a staccarmi..." Ecco non credo di non essere arrivati almeno a questo punto. Non me lo venite a raccontare perchè non ci credo. Pertanto il discorso di base, su quella che può essere una ricerca di componenti c'è, si fa, è possibile farla! Tutti quanti lo abbiamo sperimentato! Tutti! Quello che invece mi lascia un po' perplesso, ( e questo è un discorso squisitamente personale) è che noi per un istante ci ritroviamo ad avere un fuoco grande, grande come una piazza, ma è sempre comunque legato all' IO. E su questo punto avrei molte cose da dire in merito... Per quanto riguarda l'acqua possiamo regolarci abbastanza, infatti sappiamo benissimo quando la nostra acqua è pulita o sporca, quando il nostro dare è svincolato da noi o è legato a qualcosa di nostro. Anche per il sale riusciamo ad arrangiarci.. sappiamo essere capaci anche di mangiare insipido. Ma sulla questione del Fuoco ho i miei dubbi. Ho dei dubbi sul nostro operare costante; se c'è un punto nel nostro preparativo di base che ha bisogno di un lavoro costante è proprio il Fuoco. Possiamo trovare una pentola grande ma non si può accendere un cerino percjhè dopo due minuti si spegne.E quando bolle l'acqua! Sapete cosa significa alimentare un fuoco? Significa intervenire ogni volta che sta per spegnersi. Ora io penso che qualcosa sia stato fatto: siamo intervenuti ogni tanto per rimettere in sesto la fiammella e non parlo di quando ci sentiamo male. Quando stiamo male la nostra fiammella, quella unica che ci permette di vivere [6]si riduce e allora in questo caso bisogna correre ai ripari. E' un fatto del tutto naturale. Ma se noi mettiamo insieme quattro, sei fiammelle perchè abbiamo voglia di qualcosa di più sostanzioso e poi per un po' di tempo ci dimentichiamo, questo è un altro discorso. Poi magari inerviene un fatto, ci si incontra di nuovo e allora ecco che ritorniamo a mettere insieme le nostre fiammelle poi passa ancora un po' di tempo e....buonanotte!!! Mi vedo come il formicaio che porta una mollica per volta e poi se la mangia per cercarne subito un'altra. Qui invece abbiamo bisogno di un FOCARACCIO! E sapete perchè?? Perchè la nostra pentola è enorme e contiene altrettanta acqua.. ebbene noi andiamo a cuocere la pasta con la fiammella del metano, quella che teniamo accesa d'estate per avere l'acqua calda. A posto! Ecco perchè nella fase di preparazione dovremmo battere soprattutto su questo fatto in vista delle figure che andremo a fare.[7]


[1]Capta tra le righe quante risposte hai per te in questo istante leggendo queste semplici parole che racchiudono l'essenza del percepire il perchè di tante nostre esperienze .

[2]Chi ha vissuto il 3° anno di jnana può comprendere una chiave ben precisa .....

[3]O.K.! Ho deciso di camminare, di andare avanti in questo ritorno alla Luce. Se la decisione è autentica e viene dal cuore, (qualcuno ha detto ama poi fa quello che ti pare!) tutto ciò che avviene da quel momento in poi è accettato come mezzo per raggiungere lo Scopo perchè niente avviene per caso. E proprio oggi, mentre a casa avevo trascritto queste righe e riflettuto sull'uomo e la sua vita inghiottita dai suoi stessi figli, caos, confusione, dopo aver considerato la necessità di silenzio mi sono ritrovata la sera, in una lezione di jnana a sentir parlare del SILENZIO, di quel silenzio a cui non siamo abituati, di cui temiamo il suono, ma le voci che percepiamo, lo scricchiolio di un ginocchio, i pensieri che arrivano a frotte, ci impediscono questo incontro con Noi stessi, il Punto in cui Noi siamo Lui e Lui è NOI, dove il micro e il macro viaggiano sulla stessa onda percepiti nell'eterno presente di chi vive l'esperienza del SILENZIO, senza aspettative, senza desideri di vedere o sentire poiché quel desiderio stesso che ieri era importante per raggiungere lo scopo oggi è limite se si diventa schiavi di esso e costruiamo con la mente tutto ciò che desidereremmo dalla meditazione stessa senza così poter vivere l'esperienza autentica dell'INCONTRO. Il Silenzio da raggiungere è dare se stessi senza remore, senza esigere niente. Dare...soltanto dare!

[4]Quante volte ci succede di ascoltare lezioni da BOMBA che possono capovolgere la nostra situazione di vita eppure continuiamo nel nostro tram-tram senza renderci conto che la risposta è lì, dietro la porta che aspetta noi ma tanto non siamo abbastanza decisi per arrenderci dove l'arrendersi è vincere ,non perdere, l'arrendersi è coscienza di intraprendere la strada per la quale siamo qui. Se poi decidiamo di continuare nella densità delle esperienze fisiche, emotive, mentali che siamo venuti a vivere allora vuol dire che è giusto così, che l'albero non è ancora pronto per godere del suo stesso frutto, e quell'esperienza va vissuta nella sua totalità con accettazione di ogni situazione dove l'accettare significa essere nella nostra totalità.

[5]A questo punto interviene Gianni che, con le sue battute scherzose, ci mette sempre di fronte ad una grande verità: " Mi sbaglio o sono QUATTRO ANNI!" Scoppia così una risata generale quasi a sdrammatizzare quella situazione. Già dai primi tempi credevamo di essere arrivati chissà dove poiché a livello mentale tutti eravamo coscienti di quanto fossero potenti certe figure ma non prendevamo in considerazione da quale punto partivamo, da quale stato fisico- psichico- emotivo- mentale partivamo, non consideravamo poi i tabù, i condizionamenti che ci avevano creato un muro di protezione da Noi stessi, non accettavamo che forse andavamo in Chiesa per abitudine o comunque senza quella presenza totale di noi stessi indispensabile per un Incontro così fondamentale come quello con il CRISTO! E cos'era la nostra preghiera? Un ripetere parole imparate a memoria o un dialogo con DIO?

[6]Ne abbiamo parlato nella lezione precedente.

[7]A questo punto la cassetta sta per interrompersi. Inizia un breve discorso troncato irrimediabilmente se non troveremo il continuo da un' altra parte o forse possiamo continuarlo noi....!

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17 novembre 86

CONFERENZA DI C.R.

La disponibilità:
· Il seme e le cure di cui ha bisogno
· Lo Yoga è un fertilizzante da utilizzare al bisogno.
· Dove abbiamo posto DIO?
· Dove i nostri corpi?
· Restiamo sul nostro corpo fisico finché non abbiamo coscienza degli altri.
· Qualunque insegnamento esterno necessita di schemi
· La possibilità di Nascita del Punto di Forza
è assolutamente svincolata da qualsiasi mezzo.

·

Per la chiacchierata di questa sera cerchiamo per un attimo di immaginare un vaso con della terra adatta a contenere un seme capace di svilupparsi in una pianta. Bene. Se tengo la terra in buone condizioni di humus e di umidità, la terra stessa farà in modo che il seme possa sviluppare, crescere e fare anche un bel fiore. Se invece trascuro la terra, ossia le faccio mancare l'acqua e non la nutro con quel particolare humus che manca perchè la terra stessa col tempo lo utilizza, ecco che il seme comincia a soffrire pur avendo in sé la capacità completa di poter riprodurre una pianta, capace a sua volta di riprodurre un seme. Dunque in base al mio trattamento questo seme può incominciare a dare segni di sofferenza, di squilibrio, segni di un seme incapace di fruttificare. A questo punto possiamo renderci conto dell'estrema importanza del seme: esso racchiude in sé la capacità di riprodurre situazioni similari. E' anche ovvio comprendere che lo stesso identico seme trapiantato in due contenitori uguali e trattato in modo diverso l'uno dall'altro subisce anche notevoli variazioni. Variazioni che sono importanti nei confronti del fine. Infatti , nel caso di prima, se i trattamenti sono diversi ci troviamo di fronte a due finalizzazioni molto diverse. Le due piante presentano diversità sia nella loro costituzione sia nel loro fine che è quello del seme successivo che a sua volta conterrà le diversificazioni della pianta madre. Si attua dunque, un processo che allontana sempre più il modella dalla copia. E tutto questo per via dei trattamenti che vogliamo o non vogliamo fare al seme originario. Per comprenderci possiamo paragonare lo yoga ad un fertilizzante che diamo alla pianta dell'esempio. Può anche presentarsi il caso di un seme che non ha bisogno di fertilizzanti, magari perchè il proprietario del vaso provvede ogni giorno, ogni settimana o quando ne avverte la necessità, provvede a tutto ciò che occorre: acqua, sali minerali...etc.. pertanto per quel tipo di pianta o di seme non c'è bisogno di aggiunte. Mentre ci sono altre situazioni in cui chi tiene il vaso con il seme, il più delle volte si scorda di dare l'acqua, di rimettere a posto la terra, di rimuoverla, si scorda di aggiungere quel poco che serve per fare in modo che la pianta cresca normale e rigogliosa. Ecco che il detentore di questa seconda pianta ha bisogno di correttivi, di qualcuno che gli ricordi ciò che occorre. Ecco, in questo senso lo yoga è un correttivo, un aiuto, un qualche cosa che ci rammenta quello che avevamo messoin cantiere. Pertanto se noi avevamo messi in cantiere di avere una pianta con un bel fiore e con un seme successivo, lo yoga ci ricorda tutto ciò ossia tutti i compiti legati a questo fine. E questo è molto importante. Spesso diciamo che lo yoga è un mezzo. Ma cosa significa? Per sollevare un tavolo mi serve una leva. Essa è un mezzo ma serve anche per altri fini. Ecco lo yoga rispecchia tutto ciò: se vogliamo usarlo per motivi psicofisici diventa mezzo per questo fine, se vogliamo imparare come si governano le energie sottili ecco che lo yoga va bene anche per questo fine. Quindi può trasformarsi nel mezzo più idoneo per fare tante cose ma rimane sempre e comunque solo "UN MEZZO", Nel programma di quest'anno ci serviremo dello yoga per farci prendere coscienza del cosiddetto PUNTO DI FORZA. Perchè forse lo yoga può essere un mezzo per la crescita di questo PUNTO DI FORZA. Voi comprendete benissimo che se Qualcosa non è nato non c'è mezzo che tenga. Allora il compito principale è quello di cercare in tutti i modi di farlo nascere, di creargli le condizioni. Nel contempo serve l'impegno di far crescere la pianta nel modo più rigoglioso possibile. La nascita di UN PUNTO DI FORZA è estremamente soggettiva ma non ha niente a che vedere con lo yoga in quanto esso, ripeto, è solo un mezzo, Non illudiamoci che l'esperienza yogica possa far nascere qualcosa dentro di noi. E' assurdo! Se però il nostro compito primario è quello di cercare questo tipo di nascita dentro, dobbiamo assolutamente spingere tutte le nostre forze in quella direzione, perchè altrimenti dopo, quando vivremo l'esperienza di yoga pratico, potremmo trovarci a curare, innaffiare, fertilizzare, un qualche cosa totalmente diverso da quello che andiamo cercando. Certamente non accadrà nulla di pericoloso, nessuno ne uscirà pazzo solo che le cure andranno a beneficio di qualcosa di materiale o anche psicologico... ma niente di più. Quindi otterremo una buona, rasserenante situazione psicologica, in quanto ciò che prima era turbato, diventerà più calmo. Avremo sempre e comunque un risultato, ma chiaramente non è questo lo scopo per cui noi abbiamo indirizzato i nostri sforzi comunitari. E' chiaro che questo è l'ottimo. Sarebbe la cosa più bella se potesse avvenire qui dentro. E' una utopia ma mettiamola in programma. La possibilità esiste, occorre non sprecare le nostre energie in altre direzioni; puntiamo sulla nostra meta perchè è la speranza che ci sostiene nel nostro cammino. A questo proposito è importante sapere bene:

  • Cosa ci accingiamo a vivere ?
  • Quali mezzi occorrono per questa esperienza ?
  • Che cosa è lo yoga nei confronti di questa esperienza ?

Noi viviamo lo yoga come qualcosa di "santo" ma lo yoga non è una cosa sacra. L'ACQUA è sacra ma l'innaffiatoio no! Lo yoga è un mezzo come un contenitore o una pala. E' l'energia che noi smuoveremo con questo mezzo che diventa un qualche cosa relativo alla SACRALITÀ. Per il fumatore di hascisc ciò che conta è la droga non la cartina che la contiene. Quando vivremo momenti attraverso le figure non facciamo come quelli che sono lì lì per essere tra le nuvole, questi non sono altro che atteggiamenti, dobbiamo essere sinceri con noi stessi e basta. Muoviamoci con tranquillità, con serenità, con leggerezza e non con un calcolo premeditato per sapere se siamo al quinto o al settimo cielo! Questi sono atteggiamenti mentali. Infatti gli atteggiamenti assunti nel fare le figure piano, piano inconsciamente cambieranno il nostro modo di pensare e lo yoga ci sembrerà tutto ma non è assolutamente così[1].Niente è qualsiasi mezzo perchè tutti e nessuno sono validi. Esistono tante persone che non conoscono lo yoga e non lo conosceranno mai eppure, non solo hanno fatto nascere punti di forza, ma li hanno sviluppati, cresciuti. Tantissime persone non conoscono né Cristo, né Buddha, né qualsiasi altra divinità pertanto stiamo attenti ad agire con tutti e due i piedi in questa direzione, è molto importante. Se poi troviamo qualcuno che dice che stiamo con i piedi troppo per terra non importa! Noi stiamo qua, abbiamo il nostro contenitore, con il nostro vaso ed il seme non va a gettarsi dal quinto piano ma va dentro la nostra "ciccia" perchè è dentro che sta la nostra identità. Tutta la nostra corposità, il nostro modo di essere, il nostro corpo astrale, il nostro corpo spirituale sono insieme al nostro corpo fisico. E' come se fossero cinque corpi intorno allo stesso tavolo[2]. Non è che stanno su piani diversi e ognuno vive per proprio conto, No... vivono tutti quanti insieme. Queste sono cose che sembrano estremamente semplici, ma occorrono anni per metterle dentro, perchè uno ha sempre l'idea che il corpo astrale sia un qualche cosa di molto più elevato dal corpo fisico... altrimenti che astrale è!?... E così anche il nostro corpo spirituale. L'ultimo, il più scalognato è sempre il corpo fisico. Vi ricordate quando abbiamo messo il Padre Eterno sopra il trono? Con le nuvolette, gli angioletti... è la stessa cosa. Adesso ripetiamo lo stesso trono per i nostri corpi e allora c'è quello che sta più su, quello che sta più giù... decidiamo addirittura noi dove devono stare! Così abbiamo detto a Dio in quale posizione doveva stare! Cominciamo piuttosto ad abituarci che, finché non scopriamo certe cose con la nostra personale esperienza, tutti i nostri corpi si risolvono nel nostro corpo, in quel corpo che da una certa ora in poi non ci sarà più! Vogliamo fare questo tipo di esperienza? Vivremo esperienze che ci faranno capire dove e in che cosa sbagliavamo. Intanto cominciamo a pensare di avere questo corpo che prima o poi non avremo più. E non è che dopo avremo il corpo astrale, il corpo causale, il corpo spirituale. Tutto questo ci porterà senz'altro ad esperienze estremamente interessanti perchè questo essere certi dell'esistenza di questi corpi (anche perchè qualcuno ce lo ha raccontato) fa di nuovi l'effetto delle figure di prima. Dentro sviluppa infatti, un modo di pensare che ci porta piano piano a degli schemi ben precisi, ma siccome sono schemi, sempre gabbie sono , qualunque esse siano. Però noi amiamo la libertà, vero? Ci accorgiamo delle sbarre solo quando sono di ferro, quando sono d'oro non le vediamo più. Ed ecco che tornano in ballo i vecchi discorsi psicologici. Ciò che ci ha interessato in passato oggi potrebbe tornarci utile in questo senso: La possibilità della NASCITA di un PUNTO DI FORZA in un individuo è completamente scollegata da qualsiasi mezzo. Potevamo tranquillamente iniziare il corso senza mai nominare la parola Yoga,e,a livello ipotetico di idealità,parlare di far nascere il Punto di Forza in Sè. Quello che occorre è disponibilità. La disponibilità si sente o non si sente! Se c'è,può essere migliorata,accresciuta fino alla VOGLIA DI FAR NASCERE QUESTO PUNTO DI FORZA!


[1]In tutte le discipline succede così. Uno ci si butta " anema e core" come si dice, ma questo fa poi perdere la visione olistica del nostro mondo interiore strettamente collegato al nostro esistere fisico e alle nostre esperienze quotidiane che non vanno sottovalutate, considerate inutili o volutamente uno vorrebbe andare a vivere chissà in quale cima di montagna perchè crede di aver trovato " la pace eterna" Ricordiamoci che siamo e conosciamo chi è fatto a pennello per farci crescere in un gioco divino non percepibile dalla nostra mente portata a voler dominare su tutte le cose.

[2]Cinque! Speriamo di entrare meglio in questo meraviglioso mondo della numerologia. Chi sa ci apra gli occhi: 5 sono i sensi, 5 sono i portici della piscina dove Gesù (Giovanni 5,1-10,42) guarisce un paralitico che "prende il suo lettuccio (Il suo corpo fisico?) Parliamone...Noi siamo andati nella casa della misericordia per essere guariti? 5 sono anche i mariti della samaritana

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Con il linguaggio dell'anima abbiamo chiuso le conferenze e lasciato sicuramente un'impronta nel nostro cuore.

Vi lancio un messaggio: avete mai pensato che una vita nasce da un atto d'amore? Un orgasmo...poi nove mesi ...e arriva il primo pianto di un bimbo.

Per nascere dunque c'è un tempo ma per morire... un lampo..

Per costruire...un tempo... per distruggere ...un attimo..

MA I VALORI RESTANO. Nel mondo invisibile succede la stessa cosa.

Qualsiasi idea ha bisogno di tempo per crescere ,basta un attimo per distruggere tutto ma non l'Idea primordiale che continua il suo cammino.

Quando pensate dunque date inizio ad un ciclo e allora fatelo costruendo!

Non distruggete, piuttosto trasformate in positivo tutto ciò che Vi accade. Buona fortuna!

Attimo